La pesca alla passata è una delle tecniche più affascinanti e praticate in acque dolci, particolarmente efficace nei fiumi e nei torrenti con corrente moderata o sostenuta. Questa tecnica permette di far scorrere l’esca seguendo il movimento naturale della corrente, rendendo l’approccio molto realistico e invitante per il pesce. È adatta per la cattura di numerose specie, come cavedani, barbi, trote e temoli.
Cos’è la pesca alla passata?
La pesca alla passata è una tecnica che si pratica principalmente nei corsi d’acqua, dove l’esca viene lasciata “passare” seguendo il flusso naturale della corrente. Il pescatore controlla la discesa dell’esca, mantenendo sempre un leggero contatto con essa, e utilizza il galleggiante come segnalatore per rilevare i morsi del pesce.
Attrezzatura per la pesca alla passata
- Canna: La scelta della canna è cruciale per questa tecnica. La canna deve essere lunga e leggera, con una buona sensibilità. Le canne più utilizzate vanno dai 4 ai 7 metri di lunghezza, a seconda della larghezza e della profondità del fiume o torrente. Le canne bolognesi sono particolarmente adatte, poiché offrono controllo e maneggevolezza anche a lunghe distanze.
- Mulinello: Il mulinello deve essere di taglia media, leggero e fluido, poiché il pescatore deve svolgere e raccogliere spesso il filo per seguire l’esca nella corrente. È importante scegliere un mulinello con un buon rapporto di recupero.
- Galleggiante: Il galleggiante è uno degli elementi più importanti nella pesca alla passata. Deve essere scelto in base alla velocità della corrente e alla profondità dell’acqua. Galleggianti a goccia o allungati sono i più usati, perché offrono stabilità nella corrente e sensibilità nel segnalare i morsi. Il peso del galleggiante dipenderà dalla corrente: per acque lente, si utilizzano galleggianti leggeri, mentre per correnti più forti si necessitano galleggianti più pesanti.
- Filo da pesca: Il diametro del filo varia in base alla specie che si intende catturare e alle condizioni dell’acqua. Solitamente si usano fili sottili (0.12-0.16 mm) per specie più piccole come i cavedani, mentre per pesci più grandi si può optare per un filo leggermente più spesso.
- Piombi: I piombi vengono distribuiti lungo il filo per far affondare l’esca e stabilizzare il galleggiante. I piombi “spaccati” o “torpille” sono i più comuni per bilanciare correttamente l’assetto della lenza e far lavorare bene l’esca nella corrente.
- Amo: La dimensione dell’amo dipende dal tipo di esca e dal pesce che si vuole catturare. Ami piccoli e sottili sono indicati per esche leggere e pesci sospettosi, mentre ami più grandi e resistenti sono necessari per pesci più robusti.
Tecnica di pesca alla passata
- Lancio dell’esca: Dopo aver preparato la lenza, si lancia l’esca a monte rispetto alla propria posizione. Il galleggiante viene rilasciato nella corrente e l’esca segue il flusso naturale dell’acqua. Il pescatore tiene il filo tra le dita, pronto a intervenire non appena il galleggiante segnala un morso.
- Controllo dell’esca: Mentre l’esca scorre con la corrente, è fondamentale mantenere sempre un leggero contatto con essa. Ciò si ottiene recuperando lentamente il filo o lasciandolo scorrere in modo controllato. Il galleggiante deve sempre rimanere visibile e ben bilanciato, segnalando anche i più piccoli movimenti dell’esca.
- Ferrata: Quando il galleggiante affonda o si muove in modo anomalo, è il momento di dare un colpo secco di ferrata per agganciare il pesce. La ferrata deve essere precisa e proporzionata alla forza della corrente e alla dimensione del pesce.
- Recupero: Dopo aver ferrato il pesce, il recupero deve essere fluido e controllato, utilizzando la corrente a proprio vantaggio. Nei fiumi con corrente forte, il pescatore può sfruttare l’acqua per stancare il pesce, mentre in acque più calme è necessario prestare attenzione a non forzare troppo.
Esche utilizzate nella pesca alla passata
Le esche naturali sono le più efficaci nella pesca alla passata. Le più comuni sono:
- Bigattini: Larve di mosca, ideali per catturare cavedani, barbi e trote.
- Lombrichi: Efficaci per pesci più grandi come barbi e trote di taglia.
- Mais o pane: Ottime esche per pesci erbivori o onnivori come le carpe e i cavedani.
- Camole del miele: Utilizzate soprattutto per la cattura delle trote nei torrenti.
Vantaggi della pesca alla passata
- Realismo: L’esca segue il flusso naturale dell’acqua, offrendo un comportamento molto realistico che attira anche i pesci più sospettosi.
- Adattabilità: La pesca alla passata può essere praticata in diverse condizioni, adattandosi facilmente a varie tipologie di fiumi e torrenti.
- Dinamismo: A differenza di tecniche più statiche, la pesca alla passata richiede un costante controllo e attenzione, rendendola una tecnica dinamica e coinvolgente.
Consigli pratici per la pesca alla passata
- Scegli la zona giusta: Cerca punti dove la corrente è moderata o rallenta, come vicino a rocce, curve del fiume o alberi caduti. Questi sono luoghi dove i pesci si fermano per nutrirsi.
- Regola il galleggiante: Se il galleggiante affonda troppo velocemente o viene trascinato dalla corrente, regola il peso dei piombi o cambia il tipo di galleggiante.
- Tieni il filo sempre sotto controllo: Mantieni il filo ben teso per reagire prontamente ai morsi del pesce, ma evita di farlo troppo rigido, per non ostacolare il movimento naturale dell’esca.
La pesca alla passata è una tecnica che richiede una certa pratica e conoscenza del comportamento dei pesci e della corrente, ma una volta padroneggiata, può essere estremamente gratificante, regalando ottime catture in ambienti naturali splendidi.